Emergenza coronavirus: distribuzione di cibo nei villaggi di Malar Trust
Malar Trust distribuisce 2 tonnellate di alimenti di prima necessità nei villaggi intorno a Poonjeri.
Per contenere il diffondersi dell’epidemia di coronavirus nel paese, il 24 marzo il governo indiano ha dichiarato il lockdown per l’intera nazione, di fatto chiudendo in casa per almeno tre settimane 1,3 miliardi di persone. Molte di queste – si stima più di 300 milioni – traggono il loro sostentamento quotidiano da lavori a giornata del tutto estemporanei: privi da sempre di garanzie di sorta, privati ora della possibilità stessa di uscire dalle loro abitazioni di fortuna, queste persone non hanno più la possibilità di procurarsi i mezzi di sopravvivenza quotidiana. Per questo, molti di loro sono fuggiti in massa dalle grandi città per tornare ai villaggi d’origine e affrontare l’emergenza con l’aiuto, per quanto relativo, di parenti e amici: sono loro le migliaia di persone che abbiamo visto in fuga, a piedi, nelle impressionanti immagini dell’esodo interno di lavoratori migranti che è scaturito dalla dichiarazione del lockdown. A questo dramma si aggiunge quello della chiusura totale delle scuole, dove la gran parte dei bambini poveri assume l’unico pasto sicuro del giorno. La pandemia di coronavirus assume quindi in India tinte particolarmente tragiche.
Il governo, sia a livello centrale che a livello dei singoli stati, ha messo in campo misure significative per alleviare la sofferenza dei più poveri, soprattutto tramite la distribuzione diretta di generi alimentari. Come spesso accade, però, la realtà può essere diversa dalle intenzioni. La distribuzione gratuita di riso avviene tramite presentazione della “smart card”, una sorta di carta di identità elettronica che ha sostituito la vecchia “family card”; si tratta di un documento relativamente nuovo che molti ancora non possiedono anche perché le pratiche per l’ottenimento sono abbastanza complesse, in particolare per chi, come molti Irula, non ha il certificato di nascita. Può così verificarsi che gli strati più bisognosi della popolazione restino esclusi dai programmi di aiuti governativi, potendo contare a questo punto solo sulla carità privata.
Il personale di Malar Trust India ha fatto un’indagine della situazione nei villaggi in cui l’associazione opera, riscontrando che circa la metà degli abitanti, normalmente impiegati in lavori a giornata, non sta guadagnando nulla né ricevendo sussidi. Si tratta di 240 famiglie sparse su cinque villaggi, molte con bambini piccoli.
E’ stata quindi subito organizzata una distribuzione di generi alimentari di prima necessità: 1.500 kg di riso, 150 litri di olio per cucinare, 150 kg di zucchero e 150 kg di dhal (le lenticchie accompagnamento base del riso). Martedì 7 aprile è iniziata la consegna dei pacchi viveri a Poonjeri, a seguire Puliyur e gli altri villaggi.
Nel frattempo, il coordinatore del nostro progetto-disabili in collaborazione con l’ufficio del Developmental Disability Regional Officer di Kancheepuram ha consegnato i pacchi viveri del governo indiano a 40 famiglie di disabili seguite dal nostro progetto.
Durante la distribuzione di cibo nei villaggi, il personale di Malar Trust India raccoglie i dati sulle persone prive della “smart card” in modo da poterli assistere nelle pratiche di richiesta del documento appena sarà cessata l’emergenza e gli uffici pubblici riapriranno.
Speriamo presto!
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